Dopo l’anno interrotto e l’anno intermittente, ecco a voi l’anno indecente

Vi ricordate la riforma delle 3 I? Quella di “internet, inglese, impresa” dell’allora ministra Moratti in seno al governo Berlusconi? Quella che ha segnato l’inizio del declino inesorabile della scuola verso quel baratro in cui è arrivata oggi?
Ecco, ci risiamo. Ultimamente abbiamo assistito a 3 anni horribilis! Tutti con la I.

L’anno Interrotto, quando a marzo è arrivato il Covid e si è chiusa la scuola per 3 lunghi mesi, l’anno Intermittente, dove alla Dad ammorbante si alternava la presenza strozzata da verifiche e ansia da programmana, ed ora per non farci mancare nulla ecco a voi, signori e signore, l’anno Indecente!

Se a settembre del 2020 mi avessero detto che, esattamente un anno dopo, saremmo ripartiti a scuola con lo stesso protocollo, avrei detto “maddai no, figurati, in un anno sai quante cose si possono fare per migliorare la situazione?”.
Eh appunto, “si possono fare” se c’è la volontà politica, palesemente assente se si parla di Scuola e Cultura. Ormai lo abbiamo mestamente capito. Il ponte Morandi è stato ricostruito in 10 mesi (un ponte che collega due parti della città! Mi spiego?) mentre in più di un anno non si è riusciti a mettere mano all’edilizia scolastica ristrutturando vecchi edifici o, strategicamente, costruendone dei nuovi, magari pensati fin da subito con spazi e aule favorevoli ad organizzare la didattica per ambienti di apprendimento. Un’innovazione nella scuola, questa, che andrebbe estesa a più scuole, ma che richiede spazi specifici per favorire un altro modo di fare scuola.

Invece, eccoci qua, ad assistere allo spettacolo Indecente di una Scuola che necessitava di riforme strutturali (e il Covid poteva essere la grande occasione per questo profondo rinnovamento) e non ne ha realizzata neppure una!
Dell’edilizia scolastica abbiamo già detto. Non Pervenuta. E senza giustificazione. Per esempio almeno mettere, nelle scuole esistenti, i famosi sistemi di areazione nelle classi, invece che riproporre la ridicola regola delle finestre sempre spalancate tutto l’anno. Geniale e originale, vero? Poi qui da noi in Valle d’Aosta è una goduria fare lezione a gennaio con le finestre aperte! E allestire invece gli spazi esterni, mettere tavoli, gazebo, panchine, cosa che in molte scuole del centro e sud Italia consentirebbe di stare all’aperto almeno fino a fine novembre? anche lì nulla di fatto, tranne qualche Scuola virtuosa che lo fa da sè
Ma non c’erano i soldi del recovery found per l’edilizia scolastica? Ma se non li hanno usati con abbondanza su scuola e sanità (stendiamo un velo pietoso anche lì) dove li hanno messi? No comment.

Classi pollaio? Ci sono anche quest’anno! D’altronde ci eravamo così affezionati a quei 28 alunni per classe, stipati in spazi stretti (che, se non hai il problema di non riuscire a mantenere il distanziamento, di certo hai il problema di non riuscire a interrogare tutti senza che sia già cambiata la stagione) che volevamo mica privarcene proprio ora? Poi si sa, con le classi multiproblematiche di oggi, con alunni con difficoltà di apprendimento, con i disagi psicoemotivi di tanti adolescenti che hanno bisogno di essere ascoltati e non solo istruiti, coi bambini che vivono vite sempre più accelerate e che, dopo 18 mesi di pandemia, sono ancora più schizzati per l’invasione della tecnologia nelle famiglie, ecco indubbiamente le classi numerose sono proprio la ricetta ideale per poter insegnare bene, con calma, dando spazio di relazione a tutti gli alunni e personalizzando la Didattica. Ma certo!
Che poi, le classi pollaio sono un problema di cui si discute da anni – e per quelle ringraziamo invece Madame Gelmini – il Covid era la grande occasione/pretesto per eliminarle – visto che, al di là della menata del distanziamento, con più di 18/20 alunni si lavora proprio male in generale – e invece eccole lì, inestirpabili, un evergreen presente ogni anno.

Aumento del numero di docenti in organico? Assente anche quest’azione, ma d’altronde se non riduci il numero di alunni per classe a cosa ti serve avere più docenti? E se non hai più docenti come fai a dimezzare gli alunni per classe? Nella vecchia storia dell’uovo e della gallina, qui si è fatta la frittata! Anzi quest’anno abbiamo dei ritardi mostruosi nell’assegnazione delle cattedre, oggi inizia la scuola è moltissime cattedre sono ancora scoperte, ma il nostro Ministro – un inetto, incompetente e disonesto – sbandiera con fare trionfalistico le sue teorie, rilasciando dichiarazioni fantasy tipo “tutti i docenti in cattedra per la prima volta nella storia della Repubblica”. Che sfacciato!

E che dire infine della fresca novità per cui anche i genitori devono avere il Green Pass, anche quello che si ferma solo cinque minuti dentro la scuola per accompagnare o prendere il figlio? (introdotta al 10 settembre! Apperò, che rispetto per Dirigenti, le segreterie e le famiglie)
A parte che (non so se Bianchi se ne fosse accorto) già dallo scorso anno i genitori erano stati banditi dagli spazi fisici della scuola, il Santo Meet governava ogni riunione, colloquio o formazione per i genitori; anche alle elementari i genitori avevano l’altolà al cancello, gli unici che ancora entravano erano i genitori della scuola dell’Infanzia, ma con ingressi scaglionati, percorsi differenziati perché c’erano le sezioni-bolla, e tempi contingentati da fare un baffo ai meccanici della Ferrari che fanno i pit stop. E quest’anno sarà uguale ugaule. Direi quindi una norma alquanto superflua, alla luce dei dati stra-confortanti dello scorso anno nelle scuole dell’Infanzia. Eppure niente, hanno messo anche questo appesantimento burocratico per i Dirigenti e questo dilemma per le famiglie: se un genitore senza Green Pass viene chiamato perché il figlio a scuola ha la febbre, che dovrebbe fare? Correre subito dal figlio, o subito in farmacia a farsi un tampone e far aspettare di più il figlio malato tra le mura scolastiche?

Infine, il problema delle quarantene, sempre di 10 giorni per tutta la classe nel caso vi sia un alunno positivo (semplicemente i vaccinati possono rientrare 3 giorni prima dei non vaccinarti, ed in quei 3 giorni di nuovo acrobazie di DDI per i Proff). Ma il contact tracing? Ma dopo un anno ancora nella scuola non si è capito che si potrebbe/dovrebbe fare come hanno fatto da un anno a questa parte molte aziende, che mica hanno chiuso tutto un reparto in caso di un dipendete positivo! Si risale la catena del contagio, si fermano quelli trovati positivi e i negativi tornano a lavorare. Subito. Molti Stati europeri applicheranno questo sistema di contact tracing ben fatto nelle classi, per evitare inutili quarantene a tappeto su tutta una classe o assurde chiusure di interi Istituti. Si traccia, si tamponano tutti gli alunni, i positivi in quarantena e i negativi tornano subito a scuola. Era troppo semplice farlo anche da noi? Attenzione però, la buona notizia è che (forse) ci scampiamo la Dad a tappeto, applicata indiscriminatamente magari per un mese perchè una regione diventa rossa. Mister Bianchi ha detto che la scuola rimarra aperta in presenza tutto l’anno, e che non ci sarà più la Dad dello scorso anno. Ahh, se lo ha detto lui, stiamo in una botte di ferro!

Sono demoralizzata, lo avrete capito. E arrabbiata, per cosa vedo fare (e non fare) alla mia tanto amata scuola.
Quest’anno fatico a partire con consigli e buoni propositi, perdonatemi.
Un’amica, docente della primaria, una bravissima che fa cose meravigliose coi bambini ed è super accogliente con le famiglie, ieri sera mi ha scritto: “Ricominciare non è mai stato così tanto ripugnante”. E ha ragione!

Davvero avevamo bisogno di tutta questa sanitarizzazione nella scuola, di discorsi che vertono solo sui temi della sicurezza e della “salute fisica”, dimenticandoci la salute psicologica ed emotiva degli studenti e dei loro genitori, davvero ci meritavamo un altro anno scolastico dove al discorso mainstream sui banchi a rotelle di un anno fa abbiamo sostituito quello sul Green Pass, tutti pretesti per non parlare ogni anno di didattica ed educazione (che sarebbero poi i temi della Scuola), tutto per non pianificare quella riforma epocale della Scuola di cui avremmo un dannato bisogno?

La domanda è pleonastica, naturalmente.
Ora rimbocchiamoci le maniche, raschiamo al fondo del barile della nostra resilienza, facciamo fronte comune tra studenti, genitori e docenti, e cerchiamo di uscirne integri anche quest’anno.
Migliori temo di no, speriamo integri e non troppo logori, anche se partiamo tutti già stanchi.

E che ‘Santa Provvidenza della Didattica e dell’Educazione’ ci protegga e ce la mandi buona! BUON INIZIO!

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